Per evitare l'assunzione di eccessive quantità di cibo e per consentire il controllo a lungo termine della stessa, l'organismo attiva segnali periferici di sazietà che agiscono principalmente durante e subito dopo il pasto. Tali segnali sono di tipo metabolico, nervoso ed endocrino.

FATTORI METABOLICI
L'aumento post-prandiale della glicemia sembra non avere un ruolo rilevante nella genesi della sazietà in fase post-prandiale precoce. Nei diabetici di tipo 1 non trattati con insulina, nei quali l'iperglicemia si accompagna ad ipoinsulinemia, l'appetito è generalmente aumentato. E' ancora incerto se l'assunzione di alimenti ricchi di grassi aumenti la sazietà in fase post-prandiale precoce, attraverso la dismissione in circolo degli acidi grassi liberi. L'assunzione di cibo provoca un anche un aumento di altri metaboliti capaci di modulare il comportamento alimentare. Il lattato circolante potrebbe rappresentare un segnale metabolico capace di favorire l'interruzione dell'assunzione di cibo. L'attività fisica intensa potrebbe, tramite la produzione di lattato, indurre la soppressione dell'appetito.

Serotonina

La serotonina, (o 5-idrossi-triptamina, 5-HT) ha un ruolo importante nella regolazione centrale dell'assunzione di cibo. Agisce sull'ipotalamo ventro-mediale, determinando l'inibizione del consumo di cibo, ma anche sulla corteccia piriforme sul nucleo parabrachiale laterale del tronco encefalico. Anche il sistema nervoso autonomo, in particolare a livello del tratto gastroenterico, presenta neuroni serotoninergici che potrebbero contribuire alla regolazione dell'assunzione di cibo.  Gli studi sui farmaci serotoninergici evidenziano che essi non incidono sulla frequenza dei pasti, ma riducono la velocità di assunzione del cibo e la quantità di alimenti consumata per ciascun pasto. La 5-HT sembra quindi potenziare la sazietà, piuttosto che inibire l'appetito.

Saziazione
Determina la fine del pasto. (La saziazione inibisce la fame e l'appetito all'interno del pasto. Esprime quindi i processi che, durante il pasto, portano alla sazietà: distensione e svuotamento gastrici, contrazioni, peptidi gastrici e neuropeptidi, glicemia...).

Sazietà
Regola l'intervallo tra un pasto e l'altro, e la frequenza dei pasti. (La sazietà è l'espressione dei processi psico-biologici che allontanano o avvicinano un pasto all'altro. Le variabili fisiologiche, quali le sensazione gastriche, i peptidi gastrici, i neuropeptidi, gli ormoni (insulina, glucagone etc..), la disponibilità di substrati ematici (glucosio, aminoacidi, acidi grassi liberi), o altri fattori metabolici, possono interagire, o essere condizionate, dalle variabili esterne 'ambientali'. Nell'espressione umana del processo di sazietà intervengono allora altri fattori: 'edonico', cognitivo, emozionale, psicologico, culturale e sociale. Tali variabili possono, nel caso del disturbo del comportamento, aumentare la frequenza e la dimensione dei pasti giornalieri, o indurre il digiuno prolungato, sino a confluire nella vera e propria patologia comportamentale. In questa condizione la variabile fisiologica è dominata da quella psicologica).

 

Se è vero che l'animale si nutre per soddisfare lo stimolo biologico, è verosimile che ciò non accade per l'uomo. Nell'uomo intervengono diverse variabili che condizionano l'assunzione alimentare; in ordine:

Fame
Determina l'inizio del pasto, la dimensione e la qualità nutrizionale dello stesso (esprime la richiesta biologica dell'organismo, ovvero la necessità fisiologica di energia e macronutrienti).

Appetito
Determina l'inizio del pasto, la dimensione e la qualità nutrizionale dello stesso (l'appetito esprime il desiderio a mangiare in un determinato momento, desiderio che usualmente, ma non necessariamente, ha una correlazione positiva con la fame. Esso rifletterebbe la fame fisiologica, ma anche altre variabili, come la palatabilità e la disponibilità di un cibo o lo stato emotivo concomitante).

 

Nuove conoscenze hanno evidenziato la complessità del sistema di regolazione centrale del comportamento alimentare. L'ipotalamo ha un ruolo centrale nella regolazione dell'assunzione di cibo. In animali da esperimento, la stimolazione elettrica dell'ipotalamo laterale determina iperalimentazione, mentre lesioni di tale area provocano riduzione del consumo di alimenti. In maniera speculare, la stimolazione elettrica dell'ipotalamo ventromediale inibisce l'assunzione di cibo, e la sua distruzione la stimola. Alla modulazione della fame e della sazietà partecipano, con funzioni biologiche diverse, numerosi nuclei ipotalamici e numerosi neurotrasmettitori; Il complesso network che unisce le strutture nervose evidenzia che vi sono zone, situate al di fuori dell'ipotalamo, che hanno uno specifico ruolo: nuclei della base e alcune aree di sostanza grigia del tronco encefalico, ad esempio. Le varie popolazioni neuronali coinvolte nella modulazione della fame e della sazietà utilizzano vari neuromediatori: serotonina, dopamina, adrenalina e altri numerosi neuropeptidi.

biorivitalizzazioneLa biorivitalizzazione è una metodica innovativa, che si prefigge di prevenire e combattere i segni dell'invecchiamento dell’organo cute, agisce sui punti deboli della pelle favorendo il benessere e l’equilibrio della stessa.

 

 

 

 

Normalmente non facciamo caso a quanti grassi mangiamo ogni giorno a causa del modo errato in cui cuciniamo i cibi. Eppure basterebbe fare solo un po' di attenzione al modo di cucinare alcuni piatti e, come per magia, anche un alimento che pensavamo fosse vietato potrebbe trasformarsi in un cibo sano, in grado di garantirci una vita più salutare.

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La dottoressa Teresa Esposito è membro della Società Italiana di Nutrizione Umana,
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Dottoressa Teresa ESPOSITO

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