Una speranza nata nella culla Partenopea, tra l intuito medico e la capacità di fare squadra con chi questa piaga l’ha già subita e superata, la Cina.

Il Tocilizumab è un agente farmacologico già noto nel trattamento delle complicazioni polmonari dell’artrite reumatoide giovanile e nella colite ulcerosa.

Ma per quale motivo è stato pensato per combattere l’infezione da COVID 19?

Già utilizzato nei protocolli di gravi polmoniti su base immune associate a farmaci o agenti virali, si è visto capace di neutralizzare l’interleuchina 6. Questa proteina è il principale vettore dell’infiammazione polmonare prodotta dal Coronavirus.

Importantissimo, quindi, soffermarci di più su questo DECISIVO bersaglio!

L’interleuchina 6 da chi viene prodotta?

L’interleuchina-6 (IL-6) è una molecola proteica prodotta da vari tipi di cellule, in particolare da quelle immunocompetenti – come i linfociti T ed i macrofagi- in risposta a traumi o a danni tissutali. Ma non solo il sistema immunitario è capace di produrre questa importantissima proteina, anche altri tipi cellulari possono sintetizzare e secernere interleuchina-6; è il caso, ad esempio, degli adipociti bianchi maturi, “padri” di circa 1/3 dell’IL-6 circolante.

Più attivo Nella produzione di IL 6 è il tessuto adiposo viscerale, mentre in quello sottocutaneo si registrano livelli di interleuchina-6 inferiori. Il tessuto adiposo bianco non è assolutamente inerte né da ricordare solo ai fini estetici ma è , oltre che un ammortizzatore meccanico e isolante termico , un decisivo produttore di ormoni e sostanze biologicamente attive (adipochine), tra cui la leptina, l’adiponectina, l’interleuchina 6 (IL-6) ed il fattore di necrosi tumorale-α. Il più attivo dal punto di vista endocrino è il tessuto adiposo addominale.


Il farmaco che , si spera, potrà salvare le vite di tanti pazienti COVID19 + non combatte a monte il coronavirus, ma è efficace sui suoi effetti, è efficace sul contrastare l’interleuchina 6, in quanto già dopo alcune ore dalla sua somministrazione migliora le condizioni respiratorie del paziente.

Come agisce RoActemra (questo il nome farmaceutico del Tocilizumab)?

Il principio attivo di RoActemra è il tocilizumab, un anticorpo monoclonale, ovvero un anticorpo (un tipo di proteina) realizzato per riconoscere una struttura specifica (antigene) presente nell’organismo e legarsi ad essa.

Il tocilizumab ha la funzione di legarsi al recettore dell‘interleuchina-6. Impedendo all’interleuchina-6 di legarsi ai suoi recettori, il tocilizumab riduce l’infiammazione e altri sintomi della patologia.

In questo modo si aggredisce il virus “ in modo indiretto” dando la possibilità al mix di farmaci antivirali aggiunti, pur non essendo nessuno di loro COVID specifico, di lavorare in un ambiente a più “bassa infiammazione “, permettendo una risoluzione più veloce e con meno complicazioni.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di chiarire, a questo punto, anche il perché, il coronavirus è particolarmente aggressivo in alcuni soggetti ed in altri meno.

Eccessive concentrazioni di interleuchina-6 nel sangue sono predittive di cardiovasculopatie e diabete; questa proteina, a sua volta, stimola probabilmente la produzione epatica di un altro importante marker d’infiammazione, la proteina C-reattiva, che aumenta ulteriormente il rischio cardiovascolare del paziente.

Come detto prima, l’interleuchina 6 viene prodotta ad elevate concentrazioni in presenza di grasso viscerale (obesità androide o a mela).

IL-6 è stata classificata con citochina ad azione sia pro che anti-infiammatoria.

Esiste una relazione causa effetto tra grasso viscerale ed infiammazione sistemica e, nello specifico, è la produzione di interleuchina 6 ad elevate concentrazioni, in presenza di grasso viscerale, ad aumentare il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 ed infarto del miocardio.
Questo succede perchè nelle persone con obesità viscerale, quelle in cui predomina il grasso che si forma all’interno della pancia e non nelle cosce o nei glutei, le cellule adipose stimolano una condizione infiammatoria sistemica, con la secrezione ad alte concentrazioni dell’interleuchina 6 (IL-6), L’interleuchina 6 a sua volta stimola la produzione nel fegato della proteina C-reattiva, un altro importante marker d’infiammazione.

Oggi sono in tanti i pazienti COVID19+, asintomatici o con lievi sintomi respiratori, ma con carica virale tale da poter contagiare. I soggetti più fortunati e senza complicanze date da altre patologie, comorbilità, ora sono in quarantena , senza alcuna cura specifica, se non con farmaci sintomatici, atti a mirare il sintomo , ma non a risolvere la patologia alla fonte, nella speranza di un “decadimento”, fisiologico della carica virale.

Possiamo aiutarci, quindi, a combattere l’infiammazione “spegnendo” l’interleuchina 6 in modo naturale? La risposta è SI!


Gli alimenti antinfiammatori, quelli che indeboliscono fino a far produrre minime quantità di IL6, sono diversi :

-Frutta e verdura

Tutta la frutta e verdura, grazie al ricco contenuto di nutrienti e fibre, aiutano a combattere l’infiammazione cronica. Si consigliano buone quantità ogni giorno, sia freschi che surgelati. I prodotti freschi, tuttavia, sono ancora più potenti

Frutta e verdura con proprietà anti-infiammatorie formidabili, includono: mele, frutti di bosco, broccoli, funghi, papaia, ananas e spinaci.

-Tè verde

Questa bevanda è l’ideale per aiutare a ridurre il giro vita e per diminuire l’infiammazione. I flavonoidi presenti nel tè hanno proprietà anti-infiammatorie naturali. E l’EGCG composto presente nel tè verde ha dimostrato di contribuire a ridurre il grasso corporeo, quindi diminuzione dell’IL 6.

-I Grassi monoinsaturi

Questi grassi sani contribuiscono ad aumentare i livelli di colesterolo buono HDL e ridurre l’infiammazione generale. Grandi fonti includono l’olio d’oliva, mandorle e avocado.

-Acidi grassi omega-3

La ricerca ha dimostrato che una dieta ad alta percentuale di acidi grassi omega-3 e una bassa percentuale di acidi grassi omega-6 è collegata ad una diminuzione dell’infiammazione, con una progressiva e veloce diminuzione di IL6.Le fonti alimentari di omega-3 sono noci, semi di lino e pesce, come il salmone.

Ma non dimentichiamo

– le Spezie

Alcune spezie, tra cui l’aglio, la curcuma, cannella, zenzero e peperoncino, hanno grandi capacità di ridurre numerosissime cotochine infiammatorie. Si consiglia di aggiungerle ai pasti il più spesso possibile.

-Cereali integrali

Ricchi di fibre, i cereali integrali aiutano a controllare la risposta insulinica nel vostro corpo. L’alto contenuto di vitamina B dei cereali integrali aiuta anche a ridurre l’ormone infiammatorio omocistina.

di vitale importanza è L’ Acqua

Durante un periodo, piu o meno lungo di infiammazione da patologia, soprattutto virale, rimanere idratati è essenziale per eliminare le tossine causate dell’infiammazione stessa…

Atteniamoci in maniera scrupolosa alle direttive nazionali : restate a casa! Supereremo tutto questo, ma solo restando a casa possiamo evitare altri contagi.

Pubblicato su Il Mediano

Normalmente non facciamo caso a quanti grassi mangiamo ogni giorno a causa del modo errato in cui cuciniamo i cibi. Eppure basterebbe fare solo un po' di attenzione al modo di cucinare alcuni piatti e, come per magia, anche un alimento che pensavamo fosse vietato potrebbe trasformarsi in un cibo sano, in grado di garantirci una vita più salutare.

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La dottoressa Teresa Esposito è membro della Società Italiana di Nutrizione Umana,
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Dottoressa Teresa ESPOSITO

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