Biossido di titanio

Utilizzato in molte bevande gassate e nella cosmesi, è studiato come possibile fattore scatenante del tumore al colon. Ecco cosa dicono i ricercatori francesi

L’additivo alimentare “biossido di titanio” è davvero cancerogeno? E’ stata più volte denunciata, infatti, la presenza di titanio in molte bevande gassate in commercio, collegandola a un potenziale rischio di tumore del colon. Ma quali sono i reali rischi? In attesa di dati certi, scientifici e soprattutto dimostrabili, cerchiamo di fare chiarezza e capire come evitarlo.

Tra le diverse bevande analizzate, nel mirino ne ritroviamo una famosissima nella quale è stata riscontrata la presenza di titanio, per fortuna in concentrazioni definite non preoccupanti, cioè valori senza una giusta misura o concentrazione.

Tra le possibili fonti responsabili della presenza del metallo in questione è stato citato l’additivo “biossido di titanio”, ma bisogna fare delle importanti precisazioni: nelle bevande analizzate l’additivo biossido di titanio non è contemplato.

Intanto nasce e cresce l’allarme titanio-cancro. In passato uno studio francese aveva riportato all’attenzione il discusso tema degli additivi pericolosi, sempre più utilizzati dall’industria alimentare ma presenti anche in quella cosmetica, come ingredienti. Stando a quanto pubblicato dai ricercatori dell’Inra (Institut national de la recherche agronomique), il biossido di titanio, conosciuto anche con il nome E171 se utilizzato come additivo alimentare, sarebbe il responsabile dello sviluppo di cancro colon-rettale e avrebbe effetti sulle funzioni immunitarie. Questo studio francese ha però collegato il potenziale cancerogeno all’uso del biossido di titanio negli alimenti, in quanto in parte presente sotto forma di nano-particelle. Il biossido di titanio è una sostanza di origine minerale che si presenta di colore chiaro e opaco. Viene indicato con la sigla E171 quando usato negli alimenti, ma è presente anche come ingrediente in diversi cosmetici. Come additivo alimentare viene utilizzato nella produzione di caramelle, salse, prodotti a base di pesce e formaggio e molte altre tipologie di alimenti come colorante. Nei prodotti cosmetici, invece, viene utilizzato sia perché è in grado di conferire al prodotto una colorazione bianca sia per le sue proprietà assorbenti (è il caso delle creme per il cambio del pannolino, ciprie e trucchi, deodoranti, dentifrici…). Il biossido di titanio è inoltre utilizzato nelle creme solari, come filtro solare per le sue capacità di riflettere le radiazioni UV: in questi casi riconoscerlo è semplice, in etichetta viene indicato come C.I. 77891 (quando usato come colorante) oppure con il nome di titanium dioxide. È utilizzato come nanoparticelle, perché risponde bene alle caratteristiche per creme solari non spray, dove il vantaggio sta in una migliore efficienza anche in termini di usabilità del prodotto perché le nanoparticelle migliorano le prestazioni dal punto di vista della protezione solare riducendo il fastidioso effetto bianco, tipico dei filtri fisici. Nei prodotti alimentari, invece, l’impiego del biossido di titanio sotto forma di nanomateriale non è previsto. Ma c’è una precisazione da fare: la materia prima e il suo processo produttivo, infatti, fanno sì che all’interno dell’ingrediente finito ci possa essere una parte della sostanza in forma nano.

Lo studio condotto dai ricercatori dell’Inra ha preso in analisi l’effetto dell’assunzione del biossido di titanio per via orale, sottoponendo dei topi all’ingestione controllata dell’ingrediente. La novità principale emersa è che nell’animale la frazione “nano” (quindi quella parte di cui abbiamo parlato in precedenza) riesce a superare la barriera intestinale, riuscendo a entrare in circolo nell’organismo. I ricercatori francesi hanno quindi evidenziato le conseguenze di questa ingestione sul sistema immunitario e il possibile sviluppo di lesioni tumorali, nel caso di esposizione cronica.

L’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha recentemente rivalutato l’additivo E171, affermando che i dati a disposizione per ora non permettono di associare effetti nocivi all’ingestione.

A ogni modo, quello che è emerso è che per questa sostanza sono necessari ulteriori studi sia per stabilire una dose giornaliera accettabile e sia per risalire a potenziali effetti del biossido di titanio sull’apparato riproduttivo e sul sistema intestinale. Mancando, quindi, l’indicazione della dose giornaliera accettabile, a nostro avviso, il biossido di titanio rimane un additivo sconsigliato, almeno fino a quando non saranno disponibili ulteriori studi che escludano altri potenziali rischi per la salute.

Pubblicato su Neifatti.it

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