pescheLa pianta della pesche trae le sue origini dalla Cina, paese in cui il pesco ( Prunus Persica ) è coltivato da circa 5.000 anni ed è un simbolo di lunga vita e immortalità; l'albero è molto resistente ed è in grado di sopportare temperature che possono variare dai -18° ad oltre i 40°. 

 
 

 

La maturazione delle pesche , a seconda della zona di produzione, avviene da metà maggio fino a settembre; le principali nazioni produttrici di pesche sono Cina, Grecia, Turchia, Spagna e Italia; tutte insieme rappresentano più del 70% della produzione mondiale. Per quanto riguarda l'Italia le principali regioni produttrici di pesche sono l'Emilia Romagna, la Liguria, il Veneto, il Piemonte e la Campania. Il consumo stimato in Italia corrisponde a circa 6,5 Kg per abitante.
Il frutto della pesca è composto per il 90% da acqua, in piccola percentuale troviamo diversi minerali tra cui il più abbondante è il potassio; sodio, ferro, calcio e fosforo completano la lista. Sono presenti le vitamine A, B, C (presente in modo abbondante), E e K. Infine evidenziamo la presenza di fibre alimentari, proteine, zuccheri semplici, lipidi e glucidi. Molto basse le calorie rese da 100 gr. di polpa fresca di pesca: solamente 32. La pesca contiene zuccheri che sono facilmente assimilabili dal nostro organismo e molti acidi organici, tra cui l'acido tartarico, l'acido malico e l'acido citrico.

Proprietà Curative e Benefici delle Pesche
La polpa della pesca ha proprietà rinfrescanti e disintossicanti; grazie alla presenza di calcio e potassio e l'abbondanza di zuccheri la pesca è anche mineralizzante, tonificante e ricostituente. Vitamina C e provitamina A, secondo i recenti studi medici, hanno proprietà antiossidanti ed un ruolo attivo nel contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi.
Mangiare una pesca al giorno significa fornire all'organismo circa il 15 % del fabbisogno giornaliero di vitamina C; questa vitamina ha un ruolo molto importante nel difenderci da infezioni varie, è indispensabile per la fortificazione delle ossa ed è altrettanto importante per il trasporto e l'assorbimento del ferro nel sangue. In ultimo si ritiene che un giusto apporto di vitamina C abbia la proprietà di ridurre il rischio tumori di almeno un 70%. Altra vitamina presente nella pesca e non meno importante è il B carotene che una volta giunto nel nostro organismo si trasforma in vitamina A in grado di apportare numerosi benefici alle nostre ossa, denti e pelle, oltre a svolgere un'azione protettiva nei confronti degli attacchi imputabili ad agenti inquinanti.
Molto utile anche l'abbondante presenza di potassio in grado di apportare, grazie alle sue proprietà, benefici al sistema nervoso ed al battito cardiaco, nonché di reintegrare l'eventuale perdita di sali minerali dovuta all'eccessiva sudorazione tipica del periodo estivo.
Possiamo dividere le pesche in tre categorie principali: la pesca comune, caratterizzata da una buccia sottile e vellutata, fornita di sottilissima "peluria" e che può avere la polpa bianca o gialla. La pesca noce o netarina è caratterizzata invece da una buccia liscia e la polpa è generalmente gialla e più soda. Esiste infine una categoria di pesche che non viene commercializzata al dettaglio in quanto si presta molto ad essere trasformata in succhi di frutta; il suo nome è pesca percoche, ha una polpa molto consistente che si mantiene tale per lungo tempo ed è quindi l'ideale per l'industria conserviera.
Per percoche (o, in alcune zone del Nord Italia, pescocche) si intendono alcune varietà di pesca a polpa gialla, compatta e non spicca, cioè aderente al seme, che sono coltivate in diverse regioni italiane.
Le percoche per l'intensità del sapore, per l'intenso profumo, e per la compattezza della polpa sono spesso sinonimo di "pesche industriali", quindi vocate per la produzione industriale dei migliori derivati di pesca: succhi, creme, polpe, e frutta sciroppata. Per contro per la compattezza della polpa adesa al seme, che costringe a staccare la polpa dal seme con il coltello, sono meno adatte al consumo fresco.

Sono particolarmente note le coltivazioni in Campania, in particolare nell'area flegrea, nella Valle del Sarno e a Siano (SA). È coltivata e molto diffusa anche in Puglia, Basilicata e Calabria.

Percoca napoletana
Inizialmente diffuse solo nell’area flegrea e vesuviana, le “Percoche”, varietà di pesche a polpa gialla, croccante e non spiccagnola, sono state successivamente introdotte anche nel Casertano. La “percoca”, dal napoletano percuoco, deve la sua fortuna al noto saper mangiar bene dei napoletani, che la elessero, sin dal ‘700, quale regina della tavola estiva. Chi non ricorda la “percoca affogata nel vino rosso”, un rito tradizionale del Mezzogiorno, che pare introdotto dai dominatori spagnoli, già maestri della “sangria”. Il consumo di percoche è rimasto ancor oggi una prerogativa dei romani e dei meridionali, ma la loro bontà è sempre più apprezzata anche nel Nord Italia. La denominazione Percoca Napoletana comprende almeno due tipologie varietali, sicuramente originatesi nell’area flegrea- vesuviana: la “Puteolana” e le “Terzarole” (col pizzo, dorata, gialla). Le caratteristiche comuni di queste varietà sono rappresentate dalla pezzatura medio-grossa, dal colore giallo carico della polpa e di parte della buccia, dall’aroma e dal profumo molto intensi, dall’ottima consistenza e dal sapore dolce e vellutato.

 

Normalmente non facciamo caso a quanti grassi mangiamo ogni giorno a causa del modo errato in cui cuciniamo i cibi. Eppure basterebbe fare solo un po' di attenzione al modo di cucinare alcuni piatti e, come per magia, anche un alimento che pensavamo fosse vietato potrebbe trasformarsi in un cibo sano, in grado di garantirci una vita più salutare.

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La dottoressa Teresa Esposito è membro della Società Italiana di Nutrizione Umana,
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Dottoressa Teresa ESPOSITO

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