Piccolo, rosso e piccante, il peperoncino è una spezia molto apprezzata in cucina, ma dalle ormai note virtù anche in campo salutistico. In fitoterapia, per esempio, è usato contro le malattie da raffreddamento, in virtù de potere fluidificante della capsaicina, la sostanza in esso contenuta, che gli conferisce proprio la piccantezza e della buona quantità di vitamina C.
Sempre la capsaicina si è rivelata utile come antidolorifico. E recentemente, la stessa sostanza è stata chiamata in causa da uno studio coreano perché ritenuti in grado di favorire un’azione “brucia–grassi“. Non una novità assoluta, visto che su questa potenziale azione dimagrante del peperoncino si lavora da tempo.
Secondo la ricerca in questione, condotta dagli scienziati della Daegu University e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Proteome Research, la capsaicina riuscirebbe non solo a favorire una riduzione del tessuto adiposo, ma anche a ridurre le calorie assunte e i livelli di grassi nel sangue, a tutto beneficio della silhouette, ma anche della salute di cuore e vasi sanguigni.
Gli scienziati coreani hanno studiato gli effetti della sostanza su una popolazione di topi, resi obesi con una dieta specifica e divisi poi in due gruppi. A un primo gruppo è stata somministrata, con il cibo, anche la capsaicina, mentre al secondo gruppo è stata data una semplice soluzione salina. Al termine dello studio, però, i gruppi del primo gruppo sono andati incontro a una perdita del proprio peso corporeo pari all’8%. Inoltre, gli studiosi hanno scoperto come la capsaicina aumenti la regolazione di 10 proteine presenti nelle cellule adipose e diminuisca la regolazione di altre 10, favorendo una maggiore efficienza del metabolismo dei grassi.
Le controindicazioni del peperoncino, sono vlide per coloro che soffrono di alcune patologie in particolre: ulcera, gastroenterite,cistite, eptite, emorroidi.
Dovrebbero limitarne o evitarne l’assunzione, le donne in gravidanza ed i ragazzi al di sotto dei 12 anni, vista la maggiore sensibilità dell’apparato gastrointestinale.