Questo alimento si caratterizza per un elevato potere energetico, va consumato in sostituzione e mai in aggiunta ad altre fonti lipidiche

Quasi tutta la frutta fresca si può essiccare, l’immaginario comune identifica in questa categoria soltanto gli alimenti più ricchi di grassi, come le nocciole, i pinoli, le arachidi, le mandorle, i pistacchi e le noci. Oltre a condividere la ricchezza in lipidi, questo tipo di frutta secca si caratterizza per un discreto contenuto proteico, vitaminico e minerali, ma con un elevato potere energetico. La disidratazione dei cibi permette infatti di concentrarne le sostanze nutritive, ottenendo, a parità di peso, un prodotto particolarmente ricco di nutrienti. La frutta secca piace e fa bene. Mangiare frutta secca e semi oleosi è un consiglio presente ormai in quasi tutte le diete, quasi diventata una moda! Ma la prudenza non è mai troppa, visto l’alto contenuto calorico di questo alimento. Tuttavia, i benefici sono innegabili perché mangiare frutta secca dona energia, riduce il rischio di morte per tumore o malattie cardiache ed è utile nella dieta per chi soffre di colesterolo alto o ipertensione, grazie alla presenza degli acidi grassi Omega-3 e Omega-6, oltre alla vitamina E.

Ma quando mangiare la frutta secca? Consumare frutta secca è un elisir di lunga vita? Innanzitutto è una sana abitudine perché contiene grassi monoinsaturi e polinsaturi, che fanno bene all’organismo, in primis al colesterolo. Anche la presenza di vitamine, come la A, E, C, K, contribuisce a rendere noci, mandorle, pistacchi e simili, ottimi alleati per la salute, insieme al contenuto di fibra e ai minerali, quali zinco, magnesio, ferro, potassio, fosforo e calcio. In particolare, i semi oleosi e la frutta a guscio, come le noci, sono tra gli alimenti protettivi della Dieta smartfood, contro obesità e malattie croniche.

Ma quanta frutta secca mangiare al giorno? Un cibo che fa bene non deve essere considerato la panacea di tutti i male e per questo farne un abuso. Da considerare, c’è anche il fattore calorie e se si sta intraprendendo un percorso dietoterapico in un regime ipocalorico non bisogna esagerare nel consumo. Sarebbe meglio evitare di sgranocchiare noccioline o pistacchi la sera davanti alla tv o al cinema, oppure durante un aperitivo, quando le calorie si sommerebbero con quelle dei drink facendovi ingrassare. Come avviene per la frutta fresca, i momenti migliori per consumare frutta secca sono al mattino: a colazione, in aggiunta a uno yogurt contenente anche frutta fresca e cereali integrali, oppure in alternativa come snack di metà mattinata, in quanto il contenuto proteico è altamente saziante. Mangiandola al mattino è possibile poi smaltire le calorie durante la giornata e fare un pieno di energia.

Quando evitare la frutta secca? Noci, mandorle, pinoli, pistacchi fanno bene, ma non bisogna esagerare. In particolare, non va bene per chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali in quanto potrebbe provocare diarrea, aerofagia o irritazione, sintomi che possono manifestarsi anche in caso di allergia o intolleranza alla frutta secca. Infine, il consumo è sconsigliato a chi ha la gastrite, in quanto potrebbe risultare difficile da digerire. In caso di gotta la frutta secca va assolutamente evitata poiché contiene purine, ossia acidi nucleici che, in presenza della malattia, l’organismo non riesce a smaltire, provocando un accumulo di acido urico nel sangue, che si deposita poi nelle articolazioni.

Ecco perché è importante sapere quando mangiare la frutta secca, in che quantità e quando è meglio evitarla, in modo da poter usufruire di tutte le sue potenzialità, senza effetti collaterali. I benefici della frutta secca sono tanti, per cui, soprattutto d’inverno, è bene farne incetta. Nel corso degli anni sempre più ricerche scientifiche si sono concentrate a valutare gli effetti benefici della frutta secca sul nostro organismo da imputare in particolare ai nutrienti importanti contenuti nelle diverse varianti.

Vogliamo trarne solo benefici e soprattutto non ingrassare? La frutta secca dev’essere consumata con una certa parsimonia, in sostituzione (mai in aggiunta) ad altre fonti lipidiche meno salutari (come i grassi animali). In particolare bisogna abbandonare l’usanza di mangiucchiare frutta secca al termine del pasto, soprattutto quello natalizio, già ricco in lipidi, onde evitare di introdurre un eccesso di calorie e compromettere così la nostra “silhouette”.

Pubblicato su Neifatti.it

Normalmente non facciamo caso a quanti grassi mangiamo ogni giorno a causa del modo errato in cui cuciniamo i cibi. Eppure basterebbe fare solo un po' di attenzione al modo di cucinare alcuni piatti e, come per magia, anche un alimento che pensavamo fosse vietato potrebbe trasformarsi in un cibo sano, in grado di garantirci una vita più salutare.

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La dottoressa Teresa Esposito è membro della Società Italiana di Nutrizione Umana,
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