Ci siamo mai chiesti se l’ordine con cui consumiamo il cibo può influenzare la glicemia, e di conseguenza il il peso corporeo?
Prima le verdure o le patate? Prima la pasta o la carne? Prima la carne o le verdure?
Diversi sono i lavori scientifici a riguardo. nei quali si è attuato un confronto fra gli elementi contenuti nei cibi per capirne proprietà ed interferenze. Si è indagato dunque su come varia la glicemia e l’insulinemia, quando vengono consumate prima le verdure e le proteine, e poi i carboidrati; o prima i carboidrati e poi le verdure e le proteine, o ancora, mangiando prima le verdure, poi le proteine e i carboidrati.
Una nuova ricerca, pubblicata su Diabetes Care, ha osservato che l’ordine con cui si consumano i diversi cibi durate i pasti può aiutare a tenere sotto controllo i valori della glicemia a tavola.
Lo studio pilota ha arruolato 15 persone in sovrappeso e 15 obese, in una condizione di pre-diabete, di età compresa tra 30 e 65 anni, che non assumevano farmaci anti-diabetici, corticosteroidi, non avevano subito chirurgia bariatrica, e non soffrivano di patologie renali ed epatiche croniche. Sono state provate più combinazioni e ordini dei cibi, con un “riposo” di 10 minuti nel consumo tra l’uno e l’altro.
I risultati hanno mostrato che in consumo di un pasto che prevede i carboidrati per ultimi abbassa del 29% i livelli di glicemia dopo soli 30 minuti dal pasto. Dopo due ore, i livelli di glicemia scendono del 17% rispetto alla quantità di zuccheri nel sangue delle persone con una dieta che parte dai carboidrati. Anche i livelli di insulina sono risultati più bassi quando l’ordine dei pasti nella dieta inizia dalle verdure e dalle proteine.
Consumando prima le verdure o prima le proteine e le verdure, e solamente dopo i carboidrati, determina un andamento decisamente più graduale della glicemia, evitando picchi e poi discese brusche, rispetto al consumo prioritario dei carboidrati.
Si dimostra così che l’ordine dei nutrienti nel pasto può effettivamente determinare un differente impatto sulla glicemia e sulla secrezione di insulina, per lo meno nei soggetti in pre-diabete, offrendo dunque un “dato” da poter sfruttare anche per la regolazione del peso corporeo.
C’è ancora da indagare in merito, ma sulla base di questi risultati, invece di dire ‘non mangiare questo’ ai propri pazienti, il medico specialista in Dietologia, dovrà forse dire: ‘Mangia prima questo’.