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In questo momento pandemico la lattoferrina è divenuta un vero e proprio riferimento antivirale. Recenti studi clinici ne hanno dimostrato l’efficacia antivirale ed antibatterica. I risultati della ricerca ad oggi possono essere consultabili sul sito dell’AIFA e su quello del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio, che aggiorna costantemente una revisione sistematica comparativa dei trattamenti sperimentati a livello internazionale.
Ma che cos’è la lattoferrina? La lattoferrina è una glicoproteina con grandi caratteristiche immunomodulanti e di difesa contro gli agenti esterni. Questa molecola supporta le nostre naturali difese grazie ad attività antimicrobiche contro parassiti, funghi e virus. Il suo meccanismo d’azione consiste nell’inibire il legame dei virus alle cellule bersaglio, nel sequestrare il ferro agli agenti patogeni rendendoli incapaci di proliferare. Si ritrova maggiormente nelle proteine del latte ed è massima nel latte materno. La si può utilizzare anche in associazione ad altri fitoestratti per la prevenzione e per il trattamento di malattie da raffreddamento e altri tipi di infezioni. In particolare, L’attività antimicrobica della lattoferrina è dovuta alla sua capacità di legare il ferro ( da questo deriva il suo nome) e sottrarlo ai batteri, che lo utilizzano invece per la loro moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale.
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Pazienza, cibi giusti, terapia e riabilitazione della memoria olfattiva per ritornare alla normalità.
L’ olfatto e il gusto sono indispensabili per identificare le molecole esterne classificandole in un particolare odore o sapore. I due sensi sono alla base della sopravvivenza.
L’ olfatto, in primis, consente di riconoscere e attribuire odoridiversi a un numero di molecole che varia da 1000 a 10.000. La sensibilità del sistema olfattivo è tale da rilevare la presenza di un dato odore da una concentrazione di 107 molecole per 1 ml d’aria. Il senso del gusto, invece, riconosce solo ed esclusivamente i cinque sapori fondamentali: acido, amaro, dolce, salato e umami ( alimenti contenenti glutammato come quello contenuto nel dado da cucina) . Quindi, per evocare una determinata sensazione gustativa è necessario avere ENTRAMBI i SENSI!
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Grande è il problema “mascherina” anti COVID 19 al bar e ai ristoranti. Bisogna rigorosamente indossarla, prima e dopo i pasti. E durante? In tanti si chiedono che danno può provocare il mantenere la mascherina nel durante della consumazione del pasto e/o della successiva digestione. La narrativa dal ‘900 ad oggi ha sempre immaginato come l’uomo potesse vivere e sopravvivere in universi e mondi lontani ed inospitali, potendo così escogitare in quali modi poter comunque garantirsi il “respirare”.
L’aria entra nella bocca e/o nel naso, attraversa le vie respiratorie superiori ed inferiori fino ad arrivare ai polmoni, alveoli polmonari. L’ossigeno entra nei capillari arteriosi dove viene rilasciato mentre contestualmente, nei capillari venosi viene immessa nell’anidride carbonica che verrà successivamente scambiata con l’ambiente esterno. Tutto questo è altamente coordinato dal muscolo diaframma il quale con il suo movimento determina la corretta espansione della gabbia toracica il conseguente sano movimento polmonare.
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Quando parliamo di prodotti di stagione pensiamo subito a frutta e verdura ma non alla scelta del pesce e di tutti gli altri prodotti ittici. Bisognerebbe, invece, farsi guidare dal calendario anche nella scelta dei tipi di pesce. Ogni periodo dell’anno ha una specie più giusta da consumare.
È importante considerare tutto questo non solo per evitare di impoverire i mari e per consentirne il ripopolamento visto che la pesca è permessa solo nei periodi che vengono fissati dalla biologia marina anno per anno, ma anche le taglie minime per ogni pesce catturato, le quali vengono stabilite allo stesso modo, in maniera tale da pescare solo esemplari adulti che hanno terminato la loro fase di riproduzione.
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La vera malattia del secolo è l’Ipertensione arteriosa. Colpisce quasi uno su tre adulti. Ma, secondo Inserm, solo una persona su due con la malattia lo sa. Alcuni fattori di rischio, come l’età, l’ereditarietà, non possono essere modificati. Altri fattori, invece, dipendono esclusivamente da noi! Il “tram tram” quotidiano, fatto di stress continuo, la non sana alimentazione, spesso fatta di snack o cibi già pronti! La pressione arteriosa più alta dei limiti fisiologici, può portare a danni immediati e danni cardiaci che si possono presentare nel tempo.
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In passato ho affrontato il tema della cellulite anche su Vanity Fair, dove minuziosamente elencavo gli alimenti da scegliere, ma la problematica, adesso, sembra essere diventata più incalzante, visti i tanti mesi di sedentarietà (prima il lockdown, poi lo smart working da casa, poi la difficoltà della respirazione con la mascherina, nel mentre di un esercizio fisico all’aperto così come in un luogo chiuso). È quindi doveroso soffermarsi per contribuire alla risoluzione del problema.
La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica, meglio nota come cellulite, è una patologia che indica una condizione alterata dell’ipoderma (tessuto sottocutaneo presente al di sotto della cute costituito prevalentemente da cellule adipose). L’ipoderma è un tessuto non inerte, ma il suo metabolismo è legato al bilancio calorico. Quindi, prima cosa importante: un eccesso di indigestione di calorie può danneggiare l’ipoderma.
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Covid-19, poca esposizione alla luce e carenza di vitamina D: cosa fare?
La vitamina D è un preziosissimo micronutriente, tanto prezioso ed utile da essere identificata come ormone.
I suoi bassi livelli possono portare ad un rischio di osteoporosi oltre che altri disturbi . È indispensabile nel bambino come nell’anziano, nella donna come nell’uomo. Purtroppo il 70% delle persone, si ritrovano sotto i livelli ematici minimi. La vitamina D sintetizzata attraverso l’esposizione ai raggi solari, oppure , anche se in piccola parte, dal cibo ha lo scopo di contribuire ad evitare il depauperamento del calcio dalle ossa, fissandolo a queste e rendendole così più robuste. Questo preserverebbe da eventuali fratture ed il rischio di osteoporosi.